giovedì 2 dicembre 2010

Il Piano di Governo del Territorio di Carnago: riqualificazione versus consumo di suolo


di Michela Barzi

Il Comune di Carnago è situato a metà strada tra Varese, Gallarate, Busto Arsizio e Tradate, ha una superficie di 6,22 kmq ed una popolazione che ad inizio del 2010 era di 6386 abitanti. Ha una densità demografica di 1026 abitanti per kmq, in linea con la densità media di questo settore della provincia di Varese. L’incremento demografico tuttavia è superiore al dato medio provinciale, che è del 7,9% tra il 2001 e il 2010, mentre a Carnago è del 13,24%.
Il territorio comunale è caratterizzato da una struttura insediativa con una forte vocazione residenziale dovuta alla collocazione baricentrica tra i maggiori centri urbani della provincia. Da questa caratteristica discende un diffuso sviluppo degli insediamenti residenziali a bassa densità volumetrica, una scarsa ed estremamente dispersa presenza d’insediamenti produttivi di piccole dimensioni, una bassa presenza di attività commerciali e di servizio e una buona dotazione di servizi alla residenza.
La superficie destinata all’agricoltura è solo il 5% della superficie comunale e quest’ultima è per metà è tutelata dal Parco Locale d’Interesse Sovraccomunale Rile Tenore Olona.
Il vigente Piano Regolatore Generale prevede un’espansione del 3,2% della superficie urbanizzata per nuovi insediamenti residenziali; un’espansione del 1,2% della superficie urbanizzata per nuovi insediamenti produttivi e, per conseguenza, una crescita complessiva della superficie urbanizzata dal 32,7% al 37,1%. La capacità insediativa teorica del piano, cioè la possibilità d’insediare nuovi abitanti in seguito alle previsioni di nuovi insediamenti residenziali, definisce un incremento di popolazione residente del 33% rispetto al  2001, un dato  molto elevato e decisamente non in linea con l’andamento demografico del comune e della provincia di Varese.
Recentemente l’amministrazione comunale ha avviato il processo di redazione del Piano di Governo del Territorio dandosi l’obiettivo il contenimento della capacità insediativa teorica ai 7500 abitanti previsti dal PRG vigente, ma non ancora effettivamente insediati, previsione che configura comunque un incremento del 17,4% della popolazione residente al 2010. Si tratta quindi di delineare uno scenario nel quale i nuovi abitanti da insediare nei prossimi 5 anni (periodo di vigenza del Documento di Piano del PGT che è lo strumento con il quale si definiscono le scelte insediative) saranno circa 1100, la meta dei quali però, s’insedieranno nel centro storico che sarà oggetto di una grossa operazione di riqualificazione, grazie al recupero di un’area dismessa di proprietà pubblica.  Dei restanti circa 550 nuovi abitanti teoricamente insediabili, 300 circa troveranno alloggio negli insediamenti residenziali in fase di costruzione e frutto delle scelte del PRG vigente, e circa 250 in due nuovi comparti di espansione residenziale poste in aree di frangia dell’edificato consolidato. Con la nuova proposta di piano la superficie urbanizzata dovrebbe quindi aumentare dell’1,3%.
Il piano prevede anche un nuovo insediamento per attività produttive, finalizzato alla delocalizzazione delle attività attualmente insediate in ambiti che confliggono con la residenza in termini di impatti ambientali e sulla mobilità. Viene quindi rafforzata la vocazione residenziale del territorio comunale e depotenziata la presenza di insediamenti produttivi, anche in relazione allo svantaggio infrastrutturale nel quale si trova Carnago. Tuttavia nel territorio comunale ci sono circa 100 unità abitative invendute.
Le scelte di piano che l’amministrazione comunale di Carnago sta definendo attraverso la redazione del PGT hanno, e non solo per questa amministrazione comunale,  una forte relazione con le difficoltà poste dal rispetto del patto di stabilità. La diminuzione dei trasferimenti dallo Stato, frutto di una crisi finanziaria che i comuni non hanno contribuito a creare, costringe questi ultimi a ricorrere sempre di più alla alienazione del proprio patrimonio immobiliare ed alla necessità di dover consumare suolo per fare cassa (peraltro una tantum) con gli oneri di urbanizzazione (con i quali di possono pagare fino alla metà delle spese correnti del comune). Le scelte di piano sono quindi sempre di più influenzate alle difficoltà economiche dei comuni, che con il taglio dell’ICI su tutte le prime case sono ormai privati dell’autonomia finanziaria.
Oggi una delle maggiori voci di entrata per le finanze comunali, insieme alle alienazioni ed alle contravvenzioni del codice della strada, è il consumo di suolo agricolo, oggi sempre di più  per l’insediamento di capannoni industriali, che spesso restano inutilizzati ma che generano un importante gettito di ICI. Anche in presenza di queste difficoltà, e in controtendenza rispetto alle dinamiche insediative comunemente riscontrabili nei territori della nostra regione e della nostra provincia, a Carnago sembra stia prevalendo una scelta di governo del territorio tesa a valorizzare il patrimonio esistente e a porre un freno al tasso di crescita della superficie urbanizzata che ha fin qui caratterizzato la storia degli strumenti di pianificazione urbanistica di questo comune e di moltissimi altri comuni lombardi.

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